22 dicembre, 2011

Nile, Annihilation Of The Wicked (2005)


  1. Dusk Falls Upon the Temple of the Serpent on the Mount of Sunrise - 00:51
  2. Cast Down the Heretic - 05:45
  3. Sacrifice Unto Sebek - 03:03
  4. User-Maat-Re - 09:15
  5. The Burning Pits of the Duat - 03:53
  6. Chapter of Obeisance Before Giving Breath to the Inert One in the Presence of the Cresent Shaped Horns - 05:21
  7. Lashed To the Slave Stick - 04:18
  8. Spawn of Uamenti - 01:14
  9. Annihilation of the Wicked - 08:37
  10. Von Unaussprechlichen Kulten - 09:47

Karl Sanders - Voce, chitarra, tastiere
Dallas Toler-Wade - Voce, chitarra
George Kollias - Batteria, percussioni
Jon Vesano - Voce, basso

Distese di sabbia rossa delineano onde immobili e insidiose, la quale aridità incandescente impedisce il proliferare di forme di vita che non paiano giunte dall'oltretomba di un culto ormai abbandonato, e si perdono nell'immensità dell'orizzonte disegnato dall'alone arancione fiammeggiante che costituisce l'afoso tramonto del deserto, mentre lontano, viene consumato il bagno di sangue, assai arduo da superare in dimensioni.


I Nile amano queste atmosfere, è risaputo, e non falliscono mai nell'atto di descriverle in tutta la loro brutale essenza.
Annihilation Of The Wicked è un disco che vede alcuni stravolgimenti nella line-up, rispetto al precedente capitolo, In Their Darkened Shrines: qua possiamo trovare Kollias dietro le pelli, oltre che la generosa aggiunta di Jon Vesano (senza H) al basso e alla voce. Quindi, cosa aspettarsi da ciò che ora è un quartetto? Nulla di facilmente descrivibile.
Le lievissime introduzioni antiche sono sempre presenti, e conservano il ruolo di aprire le porte all'essenza terrificante dell'opera, e di inframezzare la tempestosità onnisapiente e virtuosa che regna sovrana nel disco, oscura e tirannica.
La dolce ed esotica atmosfera del breve intro viene spazzata via dalla violenza di Cast Down The Eretic, brano che sfoggia, già all'inizio, buona parte del valore di questi cinquantasei minuti di sadico terrore, mostrando assoli sontuosi ed interminabili. Ora che le danze sono aperte in modo più che coinvolgente, è il posto della più popolare del disco, Sacrifice Unto Usebek, la canzone in cui meglio in assoluto il suono vigoroso del basso attecchisce ai timpani con il fascino dei suoi virtuosismi. Segue quindi a ruota, User Maat Re, dalle carisamtiche infiltrazioni acustiche e dal riffing stoppato, energico e martellante.

Ma è dalla successiva traccia, vale a dire The Burning Pits Of The Duat, che inizia la distruzione autentica:
Alla percezione di passaggi di chitarra così fitti ed intricati è difficile non stralunare lo sguardo dubitando se chi è agli strumenti non sia davvero una sorta di creatura ultraterrena.Anche la successiva, dal nome che sfido chiunque a ricordare per intero, che altro non è che il marchio di fabbrica Nile, naturalmente non si lascia mancare nulla in termini di furente rapidità. Si passa così a Slashed To The Slave Stick, Avente passaggi diretti e infrangibili come un ariete, che battono la loro strada ad un ritmo folle, senza intenzione di virare. I versi animaleschi dell'intermezzo Spawn Of Uamenti ci lasciano così alla trionfalissima titletrack, Annihilation Of The Wicked, che va a terminare la tempesta con tutta l'epicità possibile, Per far quindi richiudere l'album definitivamente con Von Unaussprechlichen Kulten, brano che più di tutti punta alla malvagità dei passaggi, che mostra a noi strumenti orchestrali e percussioni particolari, ma sopratutto niente meno che un'altro assolo indicibile, sia per durata che per magniloquenza. Il migliore dell'opera.

Dopo che questo incubo assetato di sangue e narratore deel torture più atroci e impensabili ha fine, possiamo dire che i Nile meritano ampiamente di essere la punta d'oro della piramide del death metal, che non teme confronti se paragonata a tutto il resto, poiché composto da semplici pietruzze.


88/100

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