02 maggio, 2012

Anathema, Weather Systems (2012)




  1. Untouchable, Part 1
  2. Untouchable, Part 2
  3. The Gathering Of The Clouds
  4. Lightning Song
  5. Sunlight
  6. The Storm Before The Calm
  7. The Beginning And The End
  8. The Lost Child
  9. Internal Landscapes
John Dougas - batteria, sintetizzatore, programmazione
Lee Douglas - voce
Daniel Cavanagh - voce, chitarra, tastiere, basso
Vincent Cavanagh - voce, chitarra, tastiere, basso, programmazione
Jamie Cavanagh - basso


Ancora più in là...

Gli Anathema ce l'hanno fatta ancora. Ancora una volta sono riusciti ad andare oltre, oltre quello che avevano fatto e suonato fino ad ora per rinnovarsi nuovamente, per tornare sotto una veste diversa da quella precedente pur mantenendo sotto di essa la stessa personalità che li contraddistingue ormai da sempre seppure abbia indossato varie maschere nel corso della loro ventennale carriera. E da esattamente vent'anni, da quel lontano 1992 in cui venne pubblicato il primo EP, The Crestfallen, i generi che si sono susseguiti uno dietro l'altro sono stati tanti e i più disparati che si possano immaginare. Gli Anathema, pur presentando sempre qualche novità riuscivano e riescono a mantenere legami col passato senza saltare di palo in frasca come accade in certe discografie di certi gruppi quali, i primi che mi vengono da citare, gli Ulver.

Nel 2012 la loro meta (anzi, spero la loro tappa) si traduce in quel solito Alternative Rock molto atmosferico infarcito di tante e belle influenze esterne che, per esempio, nel precedente We're Here Because We're Here si concretizzavano in una vena Progressive e psichedelica, presente tuttavia non in tutte le canzoni, alcune delle quali puntavano più verso sonorità tendenti al Pop. Influenze che in parte rimangono ancora presenti ma che vengono qua e là completate, qua e là sostituite da altre più di pasta Post-Rock le quali, ahimè, portano le varie composizioni a somigliarsi soprattutto per quanto riguarda le loro strutture, divenute un costante e molto efficace (non troppo se ripetuto all'infinito, però) crescendo di atmosfera, emozioni e sentimenti, che partono spesso da un arpeggio a volte solo accennato, a volte molto più accattivante di chitarra acustica per finire con un poderoso, epico, sentimentale e commovente riff di chitarra elettrica accompagnato dalla fantastica voce del solito e sempre molto in forma Daniel Cavanagh affiancato da una Lee Douglas sempre più presente e caratterizzante. Come già detto, stratagemma piuttosto efficace, peccato che venga forse ripetuto leggermente troppo e vada a togliere quella varietà che poteva essere presente in altri e precedenti album, sotto questo punto di vista un attimino più originali e convincenti. Non che ci si possa lamentare, ma sicuramente questo non sarà un album indimenticabile come potrebbero esserlo Alternative 4 e A Natural Disaster. Nonostante sia comunque, come tutti i capitoli dell'opera discografica degli Anathema, molto sentito ed emozionante, non ha quella particolarità e quella peculiarità che lo farebbero passare alla storia e, con l'eccezione di qualche canzone come Untouchable, Part 1, The Storm Before The Calm e The Beginning And The End (non per nulla due delle quali sono state scelte come singoli), ogni tanto può capitare di avere qualche calo di attenzione durante questo album quasi acustico e nel quale le percussioni funzionano solo da mero e semplice accompagnamento.

Un album né perfetto né sensazionale, con qualche difetto, ma comunque molto sentito, e a volte questo può essere l'importante.

80/100

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