23 marzo, 2012

Unscriptural, Oblivion (2011)



  1. Pact With Satan - 6:22
  2. Blood - 3:35
  3. Werewolf - 4:48
  4. The Ritual - 4:27
  5. Unscriptural - 12:28
Francesco Messina - voce
Giuseppe Carleo - chitarra
Tat0 - basso
Gabriele Gigliucci - tastiera
Gaetano Bianco - batteria

Grande coraggio e dedizione mettono in mostra gli Unscriptural che rendono disponibile in download gratuito questo loro mini CD (come è stato chiamato da loro) e, nonostante dagli anni '90 non abbiano pubblicato tantissimi album, direi che ciò è sicuramente da apprezzare soprattutto se si tratta di un'unione tra Thrash, Death e Black lunga trenta minuti e di alta qualità sia sotto l'aspetto strettamente musicale e compositivo che sotto quello della produzione e della registrazione.


D'altronde, autocitandomi, quella che io vi ho appena fatto passare per "unione tra Thrash, Death e Black" è in realtà molto di più e nasconde aspetti più o meno evidenti che la portano lontano dalla mia scarna definizione soprattutto grazie ad una vena piuttosto melodica e a certe sfumature che riuscirei a definire soltanto con la parola Progressive, come viene dimostrato un po' da tutte le canzoni ma in particolare dall'ultima e omonima Unscriptural. Detto questo, il pezzo più old school che forse si distanzia un po' da quanto ho appena affermato è Blood, quello più corto, più d'impatto e che bada meno a fronzoli. Un paragone che mi viene naturale fare è quello con gli svizzeri Celtic Frost di cui riprendono, non in modo scontato, ovviamente, alcune caratteristiche come un certo particolare utilizzo della voce femminile e delle tastiere (quest'ultime riproposte molto più spesso) senza contare poi quella vena macabra che ritrovo in entrambi i gruppi. Per capire cosa intendo ascoltare l'introduzione della opener Pact With Satan e Danse Macabre da Morbid Tales dei Celtic Frost e penso noterete sicuramente una certa somiglianza ma anche un'evidente diversità che rende questi richiami di cui parlo non delle scopiazzature belle e buone ma semplicemente delle influenze più che giuste e legittime.

Parlando di atmosfera, invece, il gruppo non è da meno e ci regala qualche bel momento piuttosto significativo che lascia intendere che nulla è lasciato al caso e che tutto ha un suo senso all'interno delle varie canzoni come le varie aperture, chiusure o intermezzi delle tracce che aiutano non poco a dare quella sensazione di inquietudine che, sebbene la durata di quest'esperienza musicale non sia immensa, riesce già a diventare un tratto distintivo del sound di questo gruppo e di quest'album. Last but not least, ultimo ma non meno importante, la band dimostra anche una certa sfumatura piuttosto Heavy abbastanza "classica" riscontrabile soprattutto in chiusura d'album con la traccia che ho già fatto passare come la più progressiva del platter e che allo stesso tempo e paradossalmente è anche tra quelle più alla vecchia maniera. Non voglio entrare troppo nei particolari riguardanti ogni singolo strumento e le sue partiture, mi basti dire che la tecnica si fa notare con vari fill di basso, cavalcate più o meno spinte di batteria e assoli di chitarra e tastiera ed è presente in Oblivion, ma che non è mai preponderante o fuori luogo e che di sicuro non rischia di diventare l'unica qualità di questo album che, purtroppo (mi verrebbe da dire), dura solo mezz'ora e ci fa sperare di incontrare ancora sulla nostra strada gli Unscriptural.

80/100

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