16 marzo, 2012

Blast My Requiem, Blast My Requiem (EP) (2011)


  1. My Requiem
  2. The Surface
  3. Trigger The End
  4. Poison Mask
  5. Hymn Of The Fallen
Andrea Vaghi - voce
Boris Cavallari - chitarra
Carlo Augusto Pegoraro - chitarra
Dario Furlan - basso
Matteo Vaghi - batteria

Trovare un gruppo così giovane (intorno ai 18 anni o poco più) con almeno un minimo di personalità è piuttosto difficile, se poi propone un genere come il Deathcore dove pure i gruppi più affermati cadono spesso nella banalità e nella ripetitività, be', allora siamo davanti a qualcosa di speciale e particolare. Non voglio esagerare, ma c'è da ammettere questa cosa. Anche se il Deathcore proposto da questa emergente band della mia zona (Monza e Brianza, Milano nord) non è proprio un Deathcore classico. Le influenze sono molte, prima tra tutte e più evidente quella Melodic Death, non per nulla la band si autodefinisce Melodic Deathcore (che non esiste come vera e propria corrente ma che rende bene l'idea). Il cosiddetto Swedish Metal ci investe già subito alla prima traccia e ci accompagna bene o male per tutto il lotto di canzoni senza per questo stancare o annoiare. Il primo gruppo che viene di sicuro in mente sono i Black Dahlia Murder anche per l'alternanza di scream e growl (qualche volta vedremo comparire anche il pig squeal); di sicuro i Blast My Requiem prendono molto da loro anche se ogni tanto sentiremo pure qualche influenza degli immortali Death, come nello stacco di My Requiem, dove la chitarra ci regala una via di mezzo tra assolo e riff, accompagnata dal basso, creando una sorta di vuoto che si contrappone all'imponenza e all'impatto che la canzone ha avuto fino a quel momento.

Abbiamo già accennato alla pressoché inesistente innovazione sonora delle band Deathcore che sono sbocciate così numerose in questi ultimi anni, che preferiscono mantenere certi schemi già battuti e che hanno già avuto tanta fortuna piuttosto che provare a rischiare un po' e a passare per strade meno battute e, di sicuro, quando si dice Deathcore la prima parola che viene associata è breakdown. Nelle cinque tracce di questo EP/demo di certo non mancano, ne troveremo anche più di uno, ma mi sento di dire che non risultano mai scontati, anzi, per la maggior parte suonano piuttosto azzeccati avendo anche varie variazioni (scusate il gioco di parole). Un aspetto da apprezzare, che denota anche una certa ricerca di un sound particolare, è l'inserimento di dissonanze in più punti, come, prendendo per esempio quella più azzeccata secondo me, nel breakdown di chiusura dell'ultima traccia, Hymn Of The Fallen, che svanisce piano piano in fade out. Da non dimenticare anche la vena lievemente progressive del gruppo, che infarcisce qualche canzone (principalmente quelle della seconda parte del CD, le ultime due) con spunti melodici ed acustici non solo come introduzione ma anche in pieno svolgimento e che stravolge anche in parte lo schema tanto sentito strofa-ritornello-strofa-ritornello-breakdown-strofa-ritornello che mi è capitato di trovare tante di quelle volte da venirne quasi nauseato e sicuramente annoiato.

Da lodare anche la buona prestazione di tutti gli strumenti per quanto riguarda l'aspetto tecnico. Le chitarre si alternano tra riff e assoli non impossibili ma comunque abbastanza complicati. Il basso non si sente sempre benissimo, complice forse la produzione e il mixaggio non perfetti (ma considerando la situazione diventano più che accettabili), ma fa comunque la sua figura e la sua parte risaltando qua e là ogni tanto. Il batterista (dell'anno '93, pensate!) si lancia anche in blast beat e rullate mentre anche il cantante fa la sua bella scena sfoggiando, come abbiamo già detto, un po' tutti gli stili vocali, scream, growl, pig squeal, riuscendo a tenerli anche piuttosto a lungo come nella canzone The Surface. Purtroppo, almeno per i miei gusti personali, ci manca la voce pulita, ma è solo una deviazione dovuta dai miei principali ascolti musicali.

Il gruppo ha deciso di non mettere il suo primo lavoro in download gratuito come già viene fatto sempre più frequentemente, ma ha preferito mettere in internet due canzoni, My Requiem (scaricabile dalla loro pagina Facebook), Trigger The End e Poison Mask (trovabili sul loro canale di YouTube), per poi far comprare il CD a chi si interessasse alla loro musica e a chi volesse supportarli e, almeno io, da parte mia, non mi sento di criticare questa scelta. Costa solo 5€ e per averlo basta contattare la band, non è uno sforzo così grande se si vuole valorizzare l'underground, soprattutto se italiano e soprattutto se si conta che sono presenti anche il libretto e i testi, cosa poi non così tanto scontata dato che capita di non trovarli neanche in band più famose e sicuramente con più disponibilità. Che dire ancora? Da tenere d'occhio. Sicuramente.

70/100

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